domenica 25 ottobre 2015

I Soprano

Lo ammetto. James Gandolfini mi manca maledettamente. Ho amato la serie tv “I Soprano” a tal punto che per circa 3 mesi ho dormito 4 ore a notte. Per uno come me abituato invece a 8 ore di sonno è roba da guinnes dei primati. 

Sono rimasto folgorato dalle vicende del boss, Tony Soprano, che alla fine è un po’ la storia di tutti noi. Ogni tanto mi rivedo qualche puntata.

Una moglie, due figli adolescenti, i compagni di lavoro, che a volte sono amici ma a volte no, e tutto lo stress che i suoi vari ruoli gli procurano. 
E che cura andando, di nascosto, da un’analista.

“Papà, ogni tanto sembri tu”. Mi ha detto l’altra sera Lucilla. Mentre mi vedevo la seconda serie per la 20^ volta. 

Mafia a parte, un po’ sì. L’unica cosa, che ho sostituito l’analista, sopratutto per evidenti limiti economici, con la corsa. La mia fedele compagna di vita. James Gandolfini (Tony) è morto a Roma. In un Hotel a piazza della Repubblica, a due passi da dove lavoro. Era la spina dorsale della serie, a tal punto che era arrivato a guadagnare 1 milione di dollari a puntata. 

Pensate che diventò attore per caso, un giorno accompagnò un suo amico ad un provino e alla fine scelsero lui. Con la sua morte se sono andate anche le ultime speranze di poter rivedere l’ennesima serie dei Soprano, sopratutto per chiarire definitivamente se alla fine Tony muore oppure si salva. 

L’ultimo episodio è stato oggetto di una campagna pubblicitaria imponente, ha registrato 11,9 milioni di spettatori, un'enormità per una televisione via cavo come l'HBO. Meravigliosa la canzone che ha fatto da colonna sonora alle ultime scene, Don't Stop Believin' dei  Journey.

Nel giugno 2013 gli sceneggiatori della Writer Guild of America East & West hanno stilato una classifica delle migliori serie di sempre, votando I Soprano al primo posto.

Le serie TV come i libri, possono arricchirci di spunti da poter poi utilizzare nella vita reale. Non perdendo mai di vista la cosa più importante…essere se stessi. Sembra facile.


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